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Mismatching: il paradosso tra domanda e offerta nel mondo del lavoro

In un mondo in cui l’economia sta evolvendo rapidamente, è comune assistere al fenomeno del mismatching tra domanda e offerta nel mondo del lavoro.

Questo paradosso è uno dei principali problemi che devono affrontare i candidati alla ricerca di lavoro e le aziende che tentano di trovare i candidati più qualificati per il loro team.

In questo articolo, vorrei esaminare più in dettaglio questo fenomeno e fornire alcuni consigli utili per superarlo.

Cos’è il Mismatching?

Il mismatching è un fenomeno in cui le competenze dei lavoratori non corrispondono alle esigenze delle aziende.

In altre parole, ci sono posti di lavoro che rimangono vacanti perché non ci sono candidati con le giuste competenze per riempirli e, allo stesso tempo, ci sono lavoratori che sono alla ricerca di un impiego ma che non riescono a trovarlo perché non hanno le giuste competenze.

Il mismatching è un problema per entrambe le parti coinvolte.

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Le aziende che cercano di assumere i migliori talenti possono avere difficoltà a trovare le persone giuste per quel lavoro, il che può portare ad una riduzione della produttività e dell’efficienza. D’altra parte, i lavoratori che non hanno le giuste competenze possono trovarsi a dover accettare posizioni inferiori o addirittura rimanere disoccupati.

Cause del Mismatching

Il mismatching può essere causato da diverse ragioni.

Ad esempio, il rapido avanzamento della tecnologia può portare a nuovi lavori che richiedono competenze specializzate che i lavoratori potrebbero non avere.

Inoltre, i cambiamenti nell’economia e nell’industria possono comportare una domanda di competenze diverse o maggiori rispetto a quelle richieste in passato.

Infine, il sistema formativo può essere inadeguato o non allineato alle esigenze del mercato del lavoro. I talenti potrebbero non essere stati istruiti sulle competenze richieste per lavori specifici, il che porta inevitabilmente ad un divario tra ciò che il mercato richiede e ciò che i lavoratori possono offrire.

Come superare il Mismatching

Ci sono alcune cose che i candidati alla ricerca di lavoro possono fare per superare il mismatching e aumentare le loro possibilità di trovare lavoro.

  • In primo luogo, è importante rimanere aggiornati sulle tendenze del mercato del lavoro e sulle competenze richieste. Questo può essere fatto attraverso la lettura di pubblicazioni di settore, l’iscrizione a corsi di formazione per acquisire nuove competenze e l’iscrizione a gruppi di discussione online.
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  • In secondo luogo, i candidati alla ricerca di lavoro dovrebbero personalizzare il loro curriculum vitae e la lettera di presentazione per il lavoro specifico a cui stanno applicando. Ciò significa evidenziare le competenze e le esperienze che sono rilevanti per il lavoro e dimostrare come possono contribuire alla crescita dell’azienda.
  • Infine, i candidati dovrebbero considerare di fare networking e partecipare a eventi di settore. Questo può aiutare a creare connessioni con le aziende e ad avere una migliore comprensione delle opportunità per superare il mismatching.

Le strategie aziendali per affrontare il mismatching

Le aziende possono adottare alcune strategie per affrontare il mismatching.

  1. Rivedere le loro esigenze di assunzione e cercare di trovare candidati con competenze simili che possano essere facilmente formate per il lavoro specifico. Inoltre, le aziende possono creare programmi di formazione interni per aiutare i lavoratori a sviluppare le competenze richieste per il lavoro.
  1. Lavorare per migliorare la loro reputazione come datore di lavoro, offrendo benefit come orari flessibili, possibilità di lavoro remoto, sviluppo professionale e un ambiente di lavoro piacevole. Questo può aiutare ad attirare i migliori talenti e a mantenere i dipendenti a lungo termine.
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  1. Lavorare per migliorare la comunicazione tra i dipartimenti HR e quelli operativi. Ciò può aiutare a identificare con precisione le competenze richieste per il lavoro e ad assicurarsi che i candidati giusti siano selezionati per le posizioni aperte. Ma, soprattutto valorizzare il capitale umano.

Cosa devono fare i leader per colmare il gap di competenze?

Il gap di competenze è diventato un problema sempre più rilevante per le aziende che cercano di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro in continuo cambiamento.

I leader aziendali svolgono un ruolo cruciale nel colmare questo divario.

La prima cosa che i leader devono fare è comprendere le esigenze del mercato e i requisiti del lavoro e capire quali competenze mancano nel proprio team e quali sono quelle che saranno richieste in futuro.

Successivamente, devono implementare programmi di formazione efficaci che forniscano le competenze necessarie ai loro dipendenti o puntare anche alla micro-qualificazione dei talenti.

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Devono sviluppare una cultura aziendale che promuova l’apprendimento continuo e la formazione del personale.

Questo può essere fatto attraverso la formazione interna, l’outsourcing di esperti in determinate aree, la partecipazione a conferenze e corsi di formazione, e così via. Inoltre, i leader dovrebbero incoraggiare i dipendenti a prendere iniziative e ad acquisire competenze in modo autonomo. Ciò può essere fatto attraverso l’assegnazione di progetti che richiedono nuove competenze o incoraggiando la partecipazione a programmi di mentoring. In questo modo, i collaboratori diventano più autonomi e motivati a migliorare le proprie competenze, contribuendo al successo dell’azienda e colmando il gap di competenze.

Per promuovere la formazione continua, devono anche creare un ambiente in cui l’errore è visto come un’opportunità di apprendimento e miglioramento. In questo modo, i talenti saranno incoraggiati ad esplorare nuove idee e metodi di lavoro, senza paura di commettere errori. Inoltre, i leader dovrebbero valorizzare le competenze dei collaboratori e incoraggiare la condivisione di conoscenze tra i colleghi, in modo che ciascuno possa imparare dalle esperienze degli altri e sviluppare nuove competenze.

Infine, dovrebbero collaborare con scuole e università per identificare le competenze necessarie per le posizioni disponibili e sviluppare programmi di formazione in grado di fornire tali competenze ai giovani.

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In questo modo, le aziende potrebbero avere un pool di talenti che rispondono alle loro esigenze, riducendo la necessità di cercare dipendenti altamente qualificati sul mercato del lavoro, dove la competizione per le figure professionali più richieste è spesso molto alta.

 

Un paradosso sempre più evidente oggi

Il mismatching tra domanda e offerta nel mondo del lavoro è un paradosso sempre più evidente e diffuso in questo momento storico.

In effetti, secondo uno studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ci sono circa 75 milioni di giovani disoccupati nel mondo, mentre molte aziende stanno lottando per trovare lavoratori con le giuste competenze.

Secondo i dati ISTAT a gennaio 2023, rispetto al mese precedente, aumentano occupati e disoccupati mentre diminuiscono gli inattivi.

Il tasso di disoccupazione totale sale al 7,9% (+0,1 punti), quello giovanile al 22,9% (+0,7 punti). La diminuzione del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -83mila unità) coinvolge uomini, donne e persone con più di 35 anni d’età. Il tasso di inattività scende al 33,9% (-0,2 punti).

Uno dei motivi principali di questo paradosso è la mancanza di adattabilità da parte di alcune aziende alle esigenze del mercato del lavoro in evoluzione. Molti datori di lavoro continuano a cercare lavoratori con le stesse competenze di cui avevano bisogno dieci o vent’anni fa, senza tener conto delle nuove tecnologie o delle esigenze dei clienti. In questo modo, molti lavoratori con competenze più aggiornate possono finire per essere sottoccupati o suboccupati. Allora come gestire il fattore umano in azienda nell’era della digitalizzazione?

D’altra parte, molti lavoratori possono anche avere difficoltà a trovare lavoro perché non hanno le competenze richieste dal mercato del lavoro in evoluzione. Ad esempio, molte aziende richiedono ora competenze digitali, come la capacità di utilizzare i software di progettazione o di gestione dei social media, che molti lavoratori più anziani o meno qualificati possono non avere. Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha portato a una crescente domanda di lavoratori con competenze di lavoro a distanza come la capacità di comunicare in modo efficace attraverso le piattaforme di videoconferenza.

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Per superare questo paradosso del mismatching, sia le aziende che i lavoratori devono adottare una mentalità di flessibilità e adattabilità.

Conclusioni

In conclusione, il mismatching tra domanda e offerta nel mondo del lavoro è un problema complesso e in evoluzione che richiede l’impegno e la collaborazione di candidati, aziende e istituzioni formative.

Con la flessibilità, la formazione continua e l’esplorazione di nuovi settori, i candidati possono superare il mismatching e trovare lavoro nelle loro aree di competenza. D’altra parte, le aziende possono adattarsi alle esigenze dei lavoratori e sviluppare programmi di formazione interni per aiutare i lavoratori a sviluppare le competenze richieste per il lavoro specifico.

La velocità di riqualificazione è fondamentale per chi vuole entrare nella forza lavoro di oggi. Ma non basta solo imparare, è importante anche saper imparare. Questo è ciò che guida oggi i programmi di miglioramento delle competenze sul posto di lavoro: la necessità di avere efficienza e velocità in un ambiente di lavoro dinamico.

Tuttavia, il divario tra la domanda e le competenze effettivamente possedute continua ad essere una sfida per molte organizzazioni. La migliore strategia per superare questa sfida è quella di reinventare e innovare i propri modelli di apprendimento.

In un mondo caratterizzato dall’incertezza, una forza lavoro pronta per il futuro è quella che continua ad abbracciare l’apprendimento, in linea con i propri obiettivi di crescita personale e professionale. Per questo motivo, l’apprendimento permanente è qui per restare, sebbene il cambiamento possa essere difficile, è solo attraverso l’innovazione e la riqualificazione che le organizzazioni possono prosperare in un ambiente di lavoro in continua evoluzione.

Natascia Nardi

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